Il numero di Avogadro ci dice quante molecole vi sono in una “mole” di prodotto chimico, e una mole è l’equivalente in grammi della sua massa molecolare, cioè della somma delle masse dei singoli atomi che compongono una molecola.
Non è complicato.
Per esempio, la massa molecolare del Paracetamolo, noto antifebbrile, è 151,163, quindi in essa vi è contenuto il numero di Avogadro di molecole, cioè: 6,022141 x 1e+23, ovvero per 10 alla 23a.
Il numero di Avogadro è una costante, vale sempre, per tutte le molecole.
Per sapere quante molecole vi siano in una confezione da 1000mg di preparato, quella che prendiamo da adulti ogni otto ore per tenere bassa la febbre, si prende il numero di Avogadro e lo si divide, in questo caso, per 151,163. Viene 4,04993e+21 ( 4.049.930.000.000.000.000.000 ).
Un bel numerello. Quando prendiamo un grammo di Paracetamolo, potrebbero entrare centomila molecole per ognuna delle nostre cellule… perché il nostro corpo è formato da circa 3,72e+13 cellule.
Nei medicinali vi è sempre scritta la quantità in peso del principio attivo, per cui è facile capire quante molecole stiamo ingerendo. Diversamente alcune scatole di “rimedi” riportano la diluizione del medesimo, tipicamente D=decimale, CH=centesimale, LM=cinquantamillesimale, seguito dal numero delle diluizioni successive: CH5 o 5CH significa che il principio attivo ha subito cinque diluizioni centesimali successive.
Diluizioni a partire da 24D, 12CH e 5LM, valori al di sopra del numero di Avogadro, fanno si che non vi sia alcun principio attivo contenuto nel preparato.
A diluizioni più basse invece si, e possiamo tutti con un semplice calcolo determinarne l’esatta quantità.
Con questo non voglio dire che basse concentrazioni non possano essere efficaci: una goccia di idrazina ( il combustibile dei razzi spaziali russi ) dispersa in una piscina, uccide chi beve l’acqua, ma una piscina senza idrazina uccide solo per annegamento.
Naturalmente questo articolo non ha nessuna pretesa medica, non invita all’uso o all’abuso di medicinali, ne pretende di avere la patente di giudice di ciò che funziona e ciò che non funziona, ma è un invito, in generale, a guardare sempre nel dettaglio ogni cosa che, spesso, la comprensione passa attraverso semplici calcoli.
Senza diventare psicotici.