Ogni cosa è spunto per fare delle riflessioni di mercato, di risposta alle sollecitazioni. Anche un post su Facebook. Anzi, è proprio in un blog di consulenza che si devono fare considerazioni su quanto accade nel mondo social, sulle dinamiche che lo governano. E l’esperienza diretta è la migliore da valutare.
Qualche giorno fa ho pubblicato questa foto in un gruppo dedicato alla fotografia, una foto sulla quale ho
lavorato parecchio, specialmente in fase di ripresa, per avere tutti i componenti giusti per avere il risultato che desideravo.
Nel gruppo vi è una certa distribuzione dei “like”, alcune foto ne hanno una manciata, altre ne hanno due, trecento. Quello che sono portato a considerare un ottimo risultato.
Fatto sta che immediatamente si scatena la folla, si susseguono i “like”, si accende la discussione: è bella, è brutta, è fotografia, è grafica, complimenti, commenti sgradevoli, critiche costruttive, discussioni filosofiche.
In meno di due giorni ben oltre 1.200 riconoscimenti, milleduecento, dico. Facebook scrive 1,2 mila… sembrano ancora di più. Tra tutti questi vi è anche spazio per una manciata di critiche e un commento un po’ fuori dalle righe.
La domanda che ci si pone è che cosa abbia scatenato tutto questo ( specialmente perché guardo le foto degli altri amici e mi paiono altrettanto belle, se non di più ).
L’immagine ha certamente una notevole forza del soggetto. Contrariamente alle tonnellate di immagini di infuocati tramonti invernali nei quali lo sguardo si perde, qui un soggetto c’è: l’AEREO.
Grande, in movimento, ben visibile e fortemente connotato con il simbolo Alitalia sulla deriva.
In più direi che si possa aggiungere un certo impatto emotivo: l’aereo, pur allontanandosi, incombe. Ti è appena passato sopra la testa e si sta allontanando.
Una foto come questa, per esempio, non ha la medesima forza e, secondo me, non avrebbe suscitato nessun interesse. Questo è uno dei tanti tentativi per arriavare all’immagine finale e che sono stati scartati.
Io avevo in mente quella con l’aereo grande, e mi sono illuso di riuscire a fotografare un aereo grande da una distanza improponibile. Tra l’altro non è neppure un aereo della compagnia che volevo, questo dovrebbe essere un Bombardier CRJ-900LR Lufthansa.
Manca il sole all’orizzone, l’aereo è piccolo, anche se ben inclinato per il decollo con questo effetto di grande dinamicità… sembra che manchi tutto.
L’unica cosa che c’è, ma non si vede, è la cappottata di freddo che mi sono preso per fare questo scatto che, per i puristi della fotografia, non è un sandwich.
Ma così spiego i motivi dell’insuccesso di questa immagine, e non quelli del successo dell’altra.
Ho guardato anche l’ora di pubblicazione del post: le 21.01. La massima visibilità dei post su Facebook si ha dalle 13 alle 15. Anche questo non aiuta a spiegare.
La foto è stata pubblicata in un gruppo di fotografi. Ma anche le altre foto sono state pubblicate nel medesimo gruppo, e non hanno il medesimo successo.
Tra l’altro c’è chi ha gridato allo scandalo perché questa immagine è in realtà un sandwich, e questo è strano perché il fotomontaggio è una tecnica di fotografia da sempre, e vi sono altre immagini ben più artefatte che non hanno subito critica alcuna.
Questo può dipendere dal numero delle visualizzazioni e dei commenti, però.
E’ necessario dunque fare la prova del nove: provare a creare una immagine che abbia la medesima forza, pubblicarla, confrontare i risultati e fare le valutazioni del caso.
Questo si chiama: metodo scientifico.
Il metodo scientifico deve essere utilizzato anche in azienda, ma molti se ne dimenticano.
Se qualcuno vuole parlarne, son qui.
alessio.ferretti@sistema24.net